«Costruiremo 1000 musei in 10 anni». In fondo i cinesi lo avevano dichiarato pubblicamente, preannunciando di voler accrescere in maniera esponenziale gli spazi espositivi all’interno del Paese per tentare di affermarsi anche in un settore che non può certo essere considerato un traino dell’economia locale. Non ancora, per lo meno. Forse la promessa non è stata del tutto mantenuta ma le notizie che giungono dalla Cina parlano di un vero e proprio boom edilizio di musei. A documentarlo è il New York Times in un articolo firmato da Holland Cotter, nel quale viene raccontata la proliferazione di edifici costruiti appositamente per divenire la nuova casa dell’arte.
In controtendenza rispetto a qualunque altro Stato del mondo, la Cina si trova così a costruire dal niente musei di ogni dimensione e forma grazie ai fondi del governo o agli investimenti di finanziatori privati. Solamente nel 2011 sono spuntati – è il caso di dirlo – 390 nuovi spazi espositivi. Numeri incredibili per un Paese che solo negli ultimi anni si sta avvicinando sempre più alla concezione di “arte” e alla funzionalità dei luoghi atti ad ospitarla. In particolare stanno sorgendo progetti di natura differente; ambiziosi, come per esempio il Museo d’arte contemporanea, costruito a Shangai nell’ottobre scorso al posto di un’ex centrale elettrica, ma anche progetti strettamente legati al territorio come il Museo Hiaxia dell’ape a Leshan, nella Cina sud occidentale, al cui interno sono esposte 50 specie diverse di api e 150 tipi di miele.
Le idee insomma non sembrano essere del tutto chiare e a quanto pare il numero dei visitatori non è neppure minimamente in linea con quello delle nuove costruzioni. Anche perché nella maggior parte dei casi i musei non sono in grado di raccogliere collezioni complete né di offrire qualcosa di innovativo al pubblico. Una situazione alquanto paradossale che dipende soprattutto dalla gestione approssimativa dei musei, spesso affidata a funzionari pubblici non provenienti dal mondo dell’arte. Una situazione che – evidentemente – non interessa alla Cina, più preoccupata a costruire musei piuttosto che a pensare come riempirli.
Gabriele Rossetti
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