Un bambino scalzo, inginocchiato e intento a cucire a macchina una serie di Union Jack, la bandiera della Gran Bretagna. È questa una tra le opere più famose di Banksy. Il murales realizzato da uno dei maggiori esponenti della street art è stato venduto all’asta a Londra per 750mila sterline (circa 1 milione di euro).
L’opera è stata messa sul mercato da una società di servizi per vip, la Sincura Group, dopo che già negli scorsi mesi un’altra asta era stata sospesa a Miami in seguito alle forti proteste dei residenti del quartiere in cui il murales era stato realizzato. Fece infatti la sua comparsa sulla parete di un discount a Wood Green, Londra nord, nel maggio del 2012, poco prima delle celebrazioni del Giubileo di Diamante della Regina Elisabetta II, salvo poi venire rimossa dal muro nel febbraio scorso per essere messa all’asta negli Stati Uniti.
Il graffito intitolato “Slave Labour” rappresenta una critica verso lo sfruttamento del lavoro minorile e vuole simboleggiare tutti i bambini schiavi del mondo. Come ogni altro lavoro dell’artista originario di Bristol è divenuto celebre in poco tempo al punto da richiamare numerosi turisti, indirizzati verso l’opera grazie anche all’installazione di cartelli stradali posizionati all’uscita della metropolitana. Proprio la possibile perdita del murales e dei suoi visitatori ha alimentato le polemiche di residenti e politici locali che adesso si augurano che il compratore – del quale non è stata rivelata l’identità – voglia restituire al quartiere il dono di Banksy. Difficile che ciò avvenga anche perché pare che l’acquirente sia un collezionista americano.
Attribuito a Banksy, in realtà “Slave Labour” non è mai stato autenticato ma gli esperti sono certi che sia stato realizzato dall’artista, che nel 2008 ha introdotto un servizio di autenticazione delle sue opere (denominato Pest control) al fine di regolamentare il mercato dei suoi lavori.
Gabriele Rossetti
(Foto: © Peter Macdiarmid, Getty Images)
quella di Banski è diventata ormai una moda per ricchi. Ho seguito molto sui giornali tutta la questione di questo graffito inglese, e devo dire che ci sono cose che stridono sempre più. Dalla proprietà paventata dal proprietario dell’immobile, che pare giustifichi quell’asportazione, al fatto che l’arte di strada diventi un bene di lusso per pochi eletti. È il contraltare di un mercato impazzito, dove un pezzo di muro graffito (forse da Banski!) viene venduto per 1 milione solo per entrare in casa di qualche ricco magnate che magari disprezza profondamente la vocazione popolare del graffito che però essendo di Banski è diventato uno status! Averlo in casa poi è il massimo…
Ho cercato di ricostruire la storia ma ti confesso che ci sono degli elementi che proprio non mi tornano e che, come di ci giustamente tu, stridono parecchio. La cosa veramente assurda è che, oltre ad essere divenuta un bene di lusso, l’arte di strada possa essere venduta al primo magnate che passa. Così facendo ci ritroveremo ad “abbattere” i muri delle città per mettere in vendita le opere raffigurate sopra? Te lo immagini se arrivasse qualcuno che pretenda di acquistare “Tuttomondo” di Keith Haring a Pisa? Lo trovo veramente folle.
Speriamo di no! ma viste le cose, arriveremo anche a quello (magari esce fuori anche qualche erede) ! per denaro e business ormai non c’è etica.
ti invito (se non lo avessi già fatto) a vedere un documentario interessantissimo “Exit Through The Gift Shop” in merito, di cui ho parlato anche in un post:
http://assolocorale.wordpress.com/2011/12/27/il-mercato-effimero-dellarte/
Grazie per la segnalazione, Lois. Non l’ho mai visto e cercherò di recuperarlo in qualche modo. Ho trovato davvero interessante la tua riflessione a riguardo.
bel post. ne ero all’oscuro. leggendo tuo ultimo commento condivido appieno, sarebbe assolutamente folle.
Speriamo si fermino prima!
Anche io cercherò di vedere il documentario. Sarebbe interessante, invece, che si tornasse a un approccio da mecenate. Per intenderci: sei uno street artist e io sono un magnate? Ti pago fior di soldi per venire a casa mia e fare un’opera personalizzata. Stesso stile, stesso nome famoso, più valore.
Però il mondo dell’arte è bello proprio perché è completamente folle.
Non male come idea, anche se il termine “street” perderebbe di significato.
Però potrebbe dare vita a un nuovo tipo di arte. Anche Picasso non ha solo fatto quadri cubisti, no? 🙂
In effetti sì..