«Piuttosto che sposarmi mi uccido». Ha appena undici anni Nada ma sa già ciò che (non) vuole, nonostante un destino apparentemente segnato. Lo stesso di tante, troppe, sue coetanee costrette come lei a sposarsi in età infantile. Guarda fisso in camera Nada e lancia il suo appello di ribellione contro i genitori che quando aveva 10 anni e 3 mesi l’hanno promessa in sposa – in cambio di denaro – ad un uomo yemenita benestante che vive in Arabia Saudita. Il video, caricato su YouTube, è stato ripreso dai media arabi e tradotto in inglese ed in pochi giorni ha spopolato sul web con oltre cinque milioni di visualizzazioni. Nada al-Ahdal vive a Sana’a, nello Yemen, ma è fuggita dalla propria casa trovando rifugio da uno zio per opporsi alle nozze combinate ed evitare così di diventare l’ennesima sposa bambina.
«Cosa hanno fatto di male le bambine? Perché devono sposarsi?», si chiede Nada nel video con un tono che commuove. E ancora: «Io sono riuscita a risolvere il mio problema, ma molte bambine innocenti non possono fare lo stesso. Molte di loro potrebbero morire o suicidarsi o fare chissà cos’altro. Sono solo bambine, cosa ne sanno?». Già, solo bambine, vittime innocenti a cui viene negata un’infanzia serena oltre che un degno futuro. «Voglio dire a tutti i genitori: “Non uccidete i nostri sogni”. Se mi fossi sposata non avrei avuto nessuna vita, nessuna istruzione. Possibile che non hanno alcuna compassione? Cosa abbiamo fatto noi bambini per meritarci questo?».
Il messaggio più duro, però, Nada lo rivolge alla sua famiglia alla quale dice: «Con voi ho chiuso, mi avete rovinato tutti i sogni». Seppur così giovane la bambina yemenita ha infatti le idee chiare («voglio andare a scuola, avere una vita») e non seguire in alcun modo le orme di una sua zia, costretta a sposarsi a 13 anni salvo cospargersi di benzina e darsi fuoco un anno dopo.
Il coraggio di Nada è divenuto presto simbolo e la sua denuncia un ulteriore monito nei confronti di un fenomeno, quello dei matrimoni precoci, in voga principalmente nei paesi in via di sviluppo che viola i diritti delle bambine e comporta conseguenze disastrose – tanto a livello fisico quanto psicologico – per la crescita e la salute delle decine di milioni di vittime coinvolte. Un destino già segnato, al quale Nada ha saputo sfuggire.
Gabriele Rossetti
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