Solar Impulse, impresa dell’aereo che viaggia ad energia solare

solar impulseÈ atterrato con tre ore d’anticipo rispetto alla tabella di marcia per colpa di uno strappo all’ala sinistra, ma quanto realizzato ha comunque un valore inestimabile che profuma di impresa. E poco importa se non ha potuto sorvolare la Statua della Libertà in segno celebrativo. Stiamo parlando di Solar Impulse, l’aereo a propulsione solare che nella serata di sabato 6 luglio è atterrato sulla pista dell’aeroporto JFK di New York compiendo qualcosa di unico, impensabile sino a poco tempo fa. Per la prima volta un aeroplano è stato infatti in grado di attraversare gli Stati Uniti coast to coast, viaggiando anche di notte, solamente grazie all’alimentazione dell’energia solare e senza nemmeno una goccia di carburante.

Un’impresa che parte da molto lontano e prende forma nel 2003, anno della progettazione del velivolo ultraleggero costruito in Svizzera presso il Politecnico Federale di Losanna. Solar Impulse è dotato di quattro motori a elica alimentati da batterie caricate da 12 mila cellule solari, pesa poco più di un’utilitaria (circa 1,6 tonnellate) e si presenta con un’apertura alare di 64 metri (pari a quella di un Airbus 340). Fautori del progetto Bertrand Piccard e Andre Borschberg i quali si sono alternati al comando dell’eco-aereo. L’ultimo viaggio della missione con destinazione New York è toccato a Borschberg che ha pilotato – in maniera impeccabile, a giudicare dal risultato finale – il velivolo dovendo affrontare un guasto inatteso e per questo ancor più difficile da gestire.

Il viaggio di Solar Impulse è cominciato il 3 maggio quando l’aereo ha lasciato il Moffet Air Field della Nasa per fare tappa a Phoenix, Dallas, St. Louis e Washington, città dalla quale è partito l’ultimo volo durato 18 ore e 23 minuti. Complessivamente il velivolo è stato in aria 105 ore 41 minuti percorrendo 5.600 chilometri ad una velocità media di 28,8 nodi. «Volare coast to coast è sempre stata un’impresa mitica – ha spiegato Piccard -. Abbiamo spinto i confini delle energie pulite e rinnovabili a livelli senza precedenti».

Nonostante lo strappo di oltre due metri all’ala sinistra che ha seriamente rischiato di far saltare la riuscita della missione, la fase sperimentale si è chiusa positivamente (scongiurata l’ipotesi di un atterraggio di emergenza) fornendo all’equipe di Solar Impulse informazioni utili per la prossima sfida – se possibile ancora più azzarda – che prevede il giro del mondo nel 2015.

Gabriele Rossetti