Google Cultural Institute promuove il Made in Italy e i suoi casi di maggior successo

Google Cultural Institute Made in Italy

Scoprire i tesori nascosti, le passioni e le tradizioni del Made in Italy. Da oggi è possibile esplorare le eccellenze del nostro Paese grazie al più importante motore di ricerca del mondo che intende promuovere la cultura e diffondere il marchio di fabbrica italiano attraverso la piattaforma Google Cultural Institute dedicata, appunto, al Made in Italy.

Il progetto, realizzato in collaborazione con Unioncamere e il Ministero delle Politiche Agricole, prevede una serie di percorsi espositivi digitali che consentono ai “visitatori” di conoscere alcuni prodotti tipici della tradizione alimentare e artigianale italiana. Dal prosciutto San Daniele al vetro di Murano, dal Parmigiano Reggiano all’arte presepiale partenopea; tutto elencato in rigoroso ordine cronologico e corredato da foto, video, descrizioni e documenti storici. L’interfaccia grafica del portale si presenta semplice e chiara e permette di individuare sulla mappa dell’Italia a quale territorio fanno riferimento i vari prodotti promossi dall’iniziativa.

Il progetto del Google Cultural Institute dedicato al Made in Italy prevede inoltre una sezione a sé stante denominata “Casi di successo” che rimanda al sito eccellenzeindigitale.it e si rivolge direttamente alle imprese online. Il sito si divide a sua volta in due sezioni, “Competenze per il web” e “Supporto sul Territorio”; nella prima – realizzata insieme a Symbola e all’Università Ca’ Foscari di Venezia – vengono presentati gli strumenti per valorizzare le eccellenze italiane tramite il web e raggiungere livelli competitivi, mentre nella seconda viene raccontato l’apporto fornito da Google e Unioncamere per far emergere le imprese sul web e non solo.

Gabriele Rossetti

Vita e morte a Pompei ed Ercolano, la mostra del British Museum

Wall painting of the baker Terentius Neo and his wifeSepolte da una catastrofica eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. capace di distruggerle completamente nel giro di 24 ore, Pompei ed Ercolano tornano a rivivere fuori dai confini nazionali dove l’interesse verso l’arte e la cultura dell’epoca romana continua ad essere forte e ad affascinare. Life and death in Pompeii and Herculaneum è l’omaggio di Londra a due delle più fiorenti città romane della costa campana. Dal 28 e fino al 29 settembre 2013 presso il British Musuem sono esposti oltre 250 reperti – la maggior parte dei quali concessi in prestito dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei – frutto delle ricerche archeologiche effettuate quasi 1.700 anni dopo la tragedia. La terribile pioggia di cenere e lapilli fuoriuscita dal vulcano non lasciò scampo alla popolazione, annientando completamente la vita nelle due città.

L’obiettivo dell’esposizione londinese è proprio mostrare un assaggio della vita quotidiana del tempo raccontando attraverso gli oggetti rinvenuti come vivevano i normali cittadini di Pompei ed Ercolano prima dell’eruzione. Usi, costumi e occupazioni della civiltà romana vengono raccontati privilegiando soprattutto il contesto domestico con un occhio di riguardo verso la figura della donna. I reperti emersi dagli scavi archeologici sono frutto della differente collocazione delle due città, le cui diverse posizioni geografiche hanno determinato la conservazione dei materiali sotto la sepoltura. Da un lato Pompei ci ha restituito meravigliosi affreschi, mosaici, statue e calchi dei corpi delle vittime, mentre dall’altra ad Ercolano sono stati preservati parti strutturali di edifici, bassorilievi finemente scolpiti in marmo e pannelli in avorio intagliato in legno.

Per la prima volta nella storia molti dei tesori ritrovati e custoditi lasciano l’Italia per essere ospitati in un altro contesto artistico che sarà sicuramente in grado di apprezzarli e valorizzarli più di quanto non sia stato fatto nel nostro Paese. La recente denuncia del New York Times sul declino di Pompei e questa mostra organizzata dal British Musuem non fanno che confermare ulteriormente quanto sia ricco, importante e appetibile il nostro patrimonio artistico e culturale, del quale troppo spesso ci si dimentica.

Gabriele Rossetti