Vita e morte a Pompei ed Ercolano, la mostra del British Museum

Wall painting of the baker Terentius Neo and his wifeSepolte da una catastrofica eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. capace di distruggerle completamente nel giro di 24 ore, Pompei ed Ercolano tornano a rivivere fuori dai confini nazionali dove l’interesse verso l’arte e la cultura dell’epoca romana continua ad essere forte e ad affascinare. Life and death in Pompeii and Herculaneum è l’omaggio di Londra a due delle più fiorenti città romane della costa campana. Dal 28 e fino al 29 settembre 2013 presso il British Musuem sono esposti oltre 250 reperti – la maggior parte dei quali concessi in prestito dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei – frutto delle ricerche archeologiche effettuate quasi 1.700 anni dopo la tragedia. La terribile pioggia di cenere e lapilli fuoriuscita dal vulcano non lasciò scampo alla popolazione, annientando completamente la vita nelle due città.

L’obiettivo dell’esposizione londinese è proprio mostrare un assaggio della vita quotidiana del tempo raccontando attraverso gli oggetti rinvenuti come vivevano i normali cittadini di Pompei ed Ercolano prima dell’eruzione. Usi, costumi e occupazioni della civiltà romana vengono raccontati privilegiando soprattutto il contesto domestico con un occhio di riguardo verso la figura della donna. I reperti emersi dagli scavi archeologici sono frutto della differente collocazione delle due città, le cui diverse posizioni geografiche hanno determinato la conservazione dei materiali sotto la sepoltura. Da un lato Pompei ci ha restituito meravigliosi affreschi, mosaici, statue e calchi dei corpi delle vittime, mentre dall’altra ad Ercolano sono stati preservati parti strutturali di edifici, bassorilievi finemente scolpiti in marmo e pannelli in avorio intagliato in legno.

Per la prima volta nella storia molti dei tesori ritrovati e custoditi lasciano l’Italia per essere ospitati in un altro contesto artistico che sarà sicuramente in grado di apprezzarli e valorizzarli più di quanto non sia stato fatto nel nostro Paese. La recente denuncia del New York Times sul declino di Pompei e questa mostra organizzata dal British Musuem non fanno che confermare ulteriormente quanto sia ricco, importante e appetibile il nostro patrimonio artistico e culturale, del quale troppo spesso ci si dimentica.

Gabriele Rossetti

“Caro Federico”, l’omaggio teatrale di New York al maestro Fellini

federico felliniUn viaggio attraverso la vita privata e il lavoro di uno dei più straordinari maestri del cinema italiano e non solo. Si presenta così “Caro Federico“, l’omaggio che New York ha voluto tributare a Federico Fellini mettendo in scena una piece teatrale per ripercorrere le strade del grande regista riminese, conosciuto in tutto il mondo per le doti dietro la macchina da presa e per la scrittura delle sceneggiature dalle quali sono nati film memorabili.

L’autore di “8½”, “La dolce vita” e “Amarcord” – giusto per citarne alcuni – è stato ricordato sul palcoscenico del Pershing Square Signature Center di New York attraverso un collage di immagini, ricostruzioni, filmati, spezzoni originali dei suoi film e testimonianze dirette dell’epoca di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo da vicino: dalla moglie Giulietta Masina ad Alberto Sordi, da Anna Magnani a Marcello Mastroianni. Ad impreziosire il racconto del percorso artistico del quattro volte premio Oscar, le voci narranti di due grandi attori quali Edward Norton e Diane Lane, la quale in un’intervista ha detto che Fellini «è come l’infinito».

L’opera teatrale porta la firma di Guido Torlonia e Ludovica Damiani e rientra in un progetto più ampio denominato “A tribute to the great masters” che lo scorso anno ha messo in scena un evento simile dedicato a Luchino Visconti. L’evento è stato invece organizzato dall’associazione no profit Venezian Heritage presieduta da Isabella Rossellini e dalla Fondazione Fendi, con lo scopo di raccogliere fondi per il restauro delle sculture di Adamo ed Eva nel Palazzo del Doge a Venezia. L’associazione fa infatti parte di un programma dell’Unesco per la Salvaguardia di Venezia ed ha come obiettivo la promozione e il sostegno di iniziative intellettuali, artistiche e scambi culturali tra l’Italia e gli Stati Uniti.

Gabriele Rossetti