Wimbledon “bacchetta” Federer per le suole arancioni delle scarpe

federer scarpeIl rispetto delle tradizioni viene prima di tutto, d’accordo, ma spesso gli inglesi sono maestri dell’esagerazione. A farne le spese è Roger Federer che ha subito un duro rimprovero dagli organizzatori del prestigioso torneo di Wimbledon, terza prova del Grande Slam in fase di svolgimento in questi giorni, ai quali non è andato giù il colore delle suole delle sue scarpe. A caccia dell’ottavo trionfo personale sull’erba del circuito londinese, il tennista svizzero è sceso in campo nel primo turno – dove ha superato agevolmente il rumeno Hanescu con un netto 6-3; 6-2; 6-0 – con una divisa personalizzata griffata dallo sponsor tecnico (la Nike) rispettando come ogni anno il dress code del torneo che prevede l’utilizzo esclusivo del colore bianco.

Una regola alla quale è impossibile sfuggire anche perché all’All England Club non scherzano e circa 90 giorni prima dell’inizio del torneo fanno ispezionare le divise degli atleti. Evidentemente in un primo momento qualcuno deve aver chiuso un occhio sull’arancione delle suole di Federer ma non durante e, soprattutto, dopo l’incontro d’esordio; il campione in carica ha ricevuto un vero e proprio ultimatum con la richiesta – per niente gentile – di cambiare scarpe in vista del prossimo turno.

Per sua fortuna lo svizzero non dovrebbe rischiare nessuna sanzione pecuniaria, a patto che ascolterà il “consiglio” degli organizzatori. Optando per un colore più neutro al posto di quell’arancione tanto sgradevole alla vista dei britannici, Federer non sarebbe passibile di multa che in ogni caso non avrebbe alcuna difficoltà a pagare. Non vi sarebbe comunque da stupirsi se si trattasse di una classica trovata pubblicitaria dello sponsor (le scarpe sono già andate a ruba negli store Nike) e se l’ex numero uno del mondo continuasse ad utilizzarle. In fin dei conti il tanto decantato codice di abbigliamento di Wimbledon si pronuncia solamente sul colore delle divise, non su quello delle suole…

AGGIORNAMENTO

Per la cronaca, nel pomeriggio Roger Federer è sceso in campo con una tenuta total white, suola delle scarpe compresa, ma la vera notizia è che il sogno di conquistare l’ottavo titolo a Wimbledon si è infranto già al secondo turno; dopo essersi aggiudicato il primo set Federer è incredibilmente crollato sotto i colpi dell’ucraino Stakhovsky, numero 116 del ranking mondiale, che tra l’incredulità generale ha sconfitto l’illustre collega in rimonta. Per Federer si tratta dell’eliminazione più rapida in un torneo dello Slam negli ultimi dieci anni.

Gabriele Rossetti 

Marijuana FC, la squadra di “spinellati” allenata da Mancini

marjiuana fcAi giornalisti inglesi non sfugge mai nulla e prima o poi, anche a distanza di anni, presentano il conto con la loro consueta dose di irriverenza. Lo sa bene l’attuale allenatore del Manchester City Roberto Mancini che per colpa di  un’intervista rilasciata circa dieci anni fa alla trasmissione televisiva Le Iene, nella quale confessava di aver fumato «una o due canne in gioventù», nelle ultime ore è finito suo malgrado nel mirino della rivista Loaded.  Il magazine britannico dedicato agli uomini ha infatti pensato di stilare una formazione composta esclusivamente da giocatori che nel corso della loro carriera hanno ammesso di aver fatto uso di sostanze stupefacenti.

Spetta dunque al tecnico italiano l’onere di “guidare” la  Marijuana Fc – così ribattezzata – che tra i suoi titolari non può certo vantare calciatori dall’elevato livello tecnico. A cominciare da Gino Couthino, portiere olandese dell’ADO Den Haag, condannato a sei mesi con la condizionale e a 240 ore di servizi sociali perché gestiva una fabbrica della cannabis. Sei mesi di sospensione e multa per l’attaccante dello Zambia Harry Milanzi, otto mesi di stop invece per il centrocampista inglese Lee Bowyer. Peggio è andata all’ecaudoregno Michael Arroyo che se l’è cavata con due anni di reclusione per aver fatto uso di hashish, mentre il colombiano Wilder Medina è stato squalificato per un anno solamente dopo essere stato trovato positivo alla marijuana per la quarta volta. E poi ancora il difensore inglese Jamie Stuart, il centrale uzbeko Anzur Ismailov, il centrocampista sudafricano Mbulelo Mabizela e l’esterno polacco Euzebiusz Smolarek, soprannominato non a caso “The Hash Bomber”.

Completano l’undici titolare due giocatori più famosi come gli attaccanti Chris Armstrong, primo calciatore della Premier League ad essere trovato positivo (nel 1995) alla droga quando indossava la maglia del Crystal Palace, e Jose Baxter, assurto alle cronache nel 2008 per aver battuto il record di Wayne Rooney come più giovane esordiente nelle fila dell’Everton. Questi i convocati da Loaded per far parte della Marijuana FC, ma chissà quanti altri ce ne sarebbero, anche in Italia…

Gabriele Rossetti