Milano rende omaggio a Guido Crepax a dieci anni dalla scomparsa

valentina-crepaxNel decennale della scomparsa e ad 80 anni dalla nascita di un grande artista quale Guido Crepax, Milano dedica una mostra mai realizzata prima proprio in onore del celebre fumettista. Si comincia giovedì 20 giugno e sarà possibile ammirarne il contenuto fino al 15 settembre 2013 nel meraviglioso scenario delle dieci sale dell’Appartamento di Riserva a Palazzo Reale che, insieme al Comune e all’Archivio Crepax, hanno organizzato, promosso e prodotto l’esposizione. Circa 90 tavole originali ma anche filmati e installazioni video sono state rispolverate dagli archivi e, per l’occasione, messe a disposizione dei visitatori.

Nato nel capoluogo meneghino nel 1933, Guido Crepax ha conosciuto la celebrità in tutto il mondo grazie al personaggio di Valentina, pubblicato per la prima volta nel 1965 sulle pagine della rivista Linus, ma dalla sua matita sono nate altre creature di eguale importanza. Crepax è stato infatti anche un designer pubblicitario, autore di oggetti di grande consumo, illustratore di libri, giornali, copertine di dischi e scenografo di teatro. La personale a lui dedicata vuole ripercorrere non soltanto la brillante carriera bensì il contesto storico durante il quale si è sviluppata, in una Milano che a quei tempi trasudava cultura.

Ognuna delle dieci sale che ospitano la mostra è caratterizzata da un tema, accuratamente scelto per mettere in evidenza i vari interessi e legami dell’artista. Quello con la sua famiglia, con la città di Milano, con Valentina, con il design, la moda, la letteratura, il cinema, la fotografia, la musica e con le illustrazioni di grandi romanzi storici (per esempio di Kafka e Edgar Allan Poe). Stroncato dalla sclerosi multipla nel 2003, l’ultimo lavoro di Crepax risale a un anno prima quando fece un adattamento di Frankestein, tratto dal romanzo di Mary Shelley.

Gabriele Rossetti

Clichy rilancia i Ro.Ro.Ro., classici della letteratura a basso costo

roth_clichyQuante volte in questi ultimi anni lo abbiamo sentito ripetere: la crisi aguzza l’ingegno. Spesso però non è neanche necessario inventarsi nulla: basta rispolverare dal passato qualche buona intuizione per continuare a perseguire il proprio scopo. Lo scopo, in questo caso, è la vendita di libri in un periodo in cui il calo è sempre più netto e di difficile superamento, soprattutto per l’editoria. E proprio dall’esigenza di tornare a conquistare i lettori nasce l’iniziativa di Edizioni Clichy, casa editrice indipendente fondata a Firenze nel 2012 dalle ceneri di Barbès Editore, che ha pensato di pubblicare grandi romanzi della storia della letteratura a bassissimo costo e in un formato del tutto insolito. La collana proposta dalla casa editrice fiorentina prende spunto dai Ro.Ro.Ro. (abbreviazione di Rowohlt-Rotations-Roman) ovvero dai romanzi stampati in rotativa su carta da giornale che fecero la loro comparsa nel 1946 in Germania.

Lasciate da parte la “struttura classica” dei libri a cui siete abituati e pensate per un momento di leggere un romanzo sfogliando le pagine di un… quotidiano. Il progetto di Edizioni Clichy consiste proprio in questo, cioè nella pubblicazione di veri e propri giornali che al posto degli articoli presentano i capitoli di un intero romanzo letterario. Il tutto acquistabile alla modica cifra di 1 euro. Il progetto della casa editrice prevede inizialmente la pubblicazione di quattro classici della letteratura come Le notti bianche di Fëdor Dostoevskij, Cuore di tenebra di Joseph Conrad, La leggenda del santo bevitore di Joseph Roth e Lo strano caso del Dr. Jeckyll e Mr. Hyde di Robert Louis Stevenson. Quattro titoli che campeggiano nelle librerie di molte case ma che nessuno ha mai posseduto in “formato giornale”.

Come detto l’idea prende spunto dal passato, più precisamente dall’invenzione di Heinrich Maria Ledig-Rowohlt, editore tedesco che nel secondo dopoguerra iniziò a stampare romanzi d’autore in formato leggero ed economico. Nacquero così i sopracitati Ro.Ro.Ro., antenati dei tascabili che venivano venduti al prezzo di 1 marco l’uno rendendo accessibili – praticamente a chiunque – romanzi dai titoli importanti quali Madame Bovary, Morte a Venezia, I demoni e Il potere e la gloria.

L’invenzione di Rowohlt consentì di riscoprire il piacere della lettura (non certo consentita durante il periodo nazista) e segnò un punto di partenza verso la ripresa economica. La stessa strada che molto probabilmente spera di intraprendere anche la casa editrice Clichy i cui romanzi dovrebbero essere distribuiti non soltanto nelle librerie ma anche all’interno di bar e locali. Fortunatamente in contesti storici per certi versi simili, ma ben differenti da quelli dei suoi predecessori.

Gabriele Rossetti

Marijuana FC, la squadra di “spinellati” allenata da Mancini

marjiuana fcAi giornalisti inglesi non sfugge mai nulla e prima o poi, anche a distanza di anni, presentano il conto con la loro consueta dose di irriverenza. Lo sa bene l’attuale allenatore del Manchester City Roberto Mancini che per colpa di  un’intervista rilasciata circa dieci anni fa alla trasmissione televisiva Le Iene, nella quale confessava di aver fumato «una o due canne in gioventù», nelle ultime ore è finito suo malgrado nel mirino della rivista Loaded.  Il magazine britannico dedicato agli uomini ha infatti pensato di stilare una formazione composta esclusivamente da giocatori che nel corso della loro carriera hanno ammesso di aver fatto uso di sostanze stupefacenti.

Spetta dunque al tecnico italiano l’onere di “guidare” la  Marijuana Fc – così ribattezzata – che tra i suoi titolari non può certo vantare calciatori dall’elevato livello tecnico. A cominciare da Gino Couthino, portiere olandese dell’ADO Den Haag, condannato a sei mesi con la condizionale e a 240 ore di servizi sociali perché gestiva una fabbrica della cannabis. Sei mesi di sospensione e multa per l’attaccante dello Zambia Harry Milanzi, otto mesi di stop invece per il centrocampista inglese Lee Bowyer. Peggio è andata all’ecaudoregno Michael Arroyo che se l’è cavata con due anni di reclusione per aver fatto uso di hashish, mentre il colombiano Wilder Medina è stato squalificato per un anno solamente dopo essere stato trovato positivo alla marijuana per la quarta volta. E poi ancora il difensore inglese Jamie Stuart, il centrale uzbeko Anzur Ismailov, il centrocampista sudafricano Mbulelo Mabizela e l’esterno polacco Euzebiusz Smolarek, soprannominato non a caso “The Hash Bomber”.

Completano l’undici titolare due giocatori più famosi come gli attaccanti Chris Armstrong, primo calciatore della Premier League ad essere trovato positivo (nel 1995) alla droga quando indossava la maglia del Crystal Palace, e Jose Baxter, assurto alle cronache nel 2008 per aver battuto il record di Wayne Rooney come più giovane esordiente nelle fila dell’Everton. Questi i convocati da Loaded per far parte della Marijuana FC, ma chissà quanti altri ce ne sarebbero, anche in Italia…

Gabriele Rossetti