Stefano Borgonovo, eroe del nostro tempo sconfitto dalla “Stronza”

baggio_borgonovoCondannato al proprio destino come chiunque altro venga colpito da una malattia degenerativa, dopo otto anni di sofferenza Stefano Borgonovo ha smesso di lottare perdendo la partita più dura. La “Stronza”, così come la chiamava lui stesso – perché odiarla era l’unico modo per rimanere in vita -, lo ha portato via ma non ha potuto cancellare il ricordo di un uomo vero. Un attaccante nato, non soltanto in campo dove ha combattuto contro le difese delle squadre avversarie e per conquistare un posto da titolare nel Milan di un certo Marco Van Basten, ma anche e soprattutto nella vita. Attaccante nato come il titolo del suo libro, pubblicato nel 2010 e scritto con gli occhi. Sì, perché la Sclerosi laterale amiotrofica (anche conosciuta come SLA o morbo di Lou Gehrig) consuma in fretta e paralizza ogni parte del corpo lasciando però la mente lucida e la possibilità di esprimere tutte le proprie emozioni attraverso lo sguardo.

Gli occhi come specchio di un’anima viva che ha voluto far conoscere al mondo, non soltanto quello sportivo, la malattia e la sofferenza, ma anche la dignità di un uomo capace di sorridere alla vita nel momento in cui non ve ne sarebbe stato alcun motivo. «Ho imparato ad apprezzare ciò che mi è rimasto – si legge nel libro -. Gli amici, le sensazioni positive, qualche raro movimento. Prendo il buono della vita e mi sento comunque fortunato, so che addirittura c’è chi ha meno di me. Quindi rido».

Stefano Borgonovo è stato un «eroe del nostro tempo». Lo ha definito così Roberto Baggio, amico prima che compagno di squadra ai tempi della Fiorentina e della Nazionale, uno dei primi a stare accanto alla moglie Chantal e ai quattro figli nei periodi più difficili. baggio-borgonovo«L’impresa più bella che sei riuscito a costruire negli anni – scrive Baggio nella lettera pubblicata dalla Gazzetta dello Sport – è stata quella di trasformare il veleno della malattia in medicina per gli altri». Proprio grazie alla volontà di Stefano Borgonovo e alla Fondazione che porta il suo nome in Italia si è abbattuto un muro nei confronti della SLA, fino a quel momento poco conosciuta, e si è fatto in modo che si agisse concretamente per finanziare la ricerca nel tentativo di combatterla e trovare una cura.

Nato a Giussano nel 1964, Stefano Borgonovo era un ottimo giocatore che forse ha ottenuto meno di quanto avrebbe meritato a livello calcistico. Rapido, dotato di una buona tecnica e di fiuto per il gol, nella sua carriera ha indossato le maglie di Como, Sambenedettese, Milan, Fiorentina, Pescara, Udinese e Brescia. L’ultima esperienza nel mondo del pallone l’ha vissuta da allenatore delle giovanili del Como (dove ha guidato i Pulcini, gli Allievi e la Primavera) sempre con la voglia di sorridere, continuare ad emozionarsi per un gol ed amare la vita. Fino alla fine.

Gabriele Rossetti