LX Type, il font di Lisbona per creare un linguaggio con i fili del tram

lx_typeChi ha avuto la fortuna di recarsi almeno una volta a Lisbona lo saprà bene. Per tutti gli altri (compreso chi scrive) non resta che rimediare programmando al più presto una visita. In ogni caso, non bisogna essere stati necessariamente nella capitale del Portogallo per sapere che la città è particolarmente famosa non soltanto per il vasto patrimonio culturale e le bellezze classiche che ha da offrire, bensì per la fitta rete tranviaria che la attraversa in lungo e in largo. I caratteristici tram gialli, tra i più antichi al mondo, coprono l’intera superficie stradale favorendo il trasporto pubblico soprattutto nei quartieri storici (quello dell’Alfama, per esempio, dispiegato sul pendio racchiuso tra il Castello di São Jorge ed il fiume Tago), composti prevalentemente da vicoli stretti e ripide salite.

Gestiti dalla Companhia Carris Ferro de Lisboa, i tram sono divenuti un segno distintivo della capitale così come i fili elettrici che gli forniscono energia, facenti parte a tutti gli effetti del paesaggio cittadino. Volgendo lo sguardo al cielo di Lisbona (o a quello di ogni altra città dotata di rete tranviaria) è possibile notare come le intersezioni dei fili dei tram creino in maniera del tutto casuale delle forme geometriche per nulla definite. E proprio l’accoppiamento casuale dei fili è stato lo spunto per dare vita ad un nuovo tipo di linguaggio. Un font per la città, più precisamente.

lx typePer promuovere Lisbona ed i suoi itinerari turistici a bordo dei tram, infatti, il Lisbon City Council, in collaborazione con una tra le più importanti agenzie pubblicitarie al mondo, la Leo Burnett, ha creato un carattere tipografico basandosi sui fili dei tram. LX Type è il nome del font ufficiale della città (LX è l’abbreviazione  di Lisbona) attraverso il quale vengono raccontate la capitale e le sue bellezze artistiche. Ogni lettera dell’alfabeto corrisponde ad un’intersezione tra i fili elettrici dei tram che a sua volta è associata ad un luogo della città; è dunque possibile creare una vera e propria guida turistica personalizzata di Lisbona partendo semplicemente dal proprio nome, oppure scrivendo la prima parola che viene in mente.

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Collegandosi al sito lxtype.pt è possibile capire meglio l’utilizzo del nuovo linguaggio, eseguire il download del font e soprattutto creare numerosi itinerari a piacimento da conservare e condividere. Un mix tra tipografia e topografia, un modo nuovo e originale per visitare una città, fuori dagli schemi tradizionali e senza dubbio ammaliante. Come Lisbona.

Gabriele Rossetti

Io non compro la tua bici: campagna di sensibilizzazione contro i furti

io non compro la tua bici

Le statistiche parlano chiaro: negli ultimi tempi in Italia è stato registrato un aumento considerevole dell’utilizzo delle biciclette in luogo delle automobili. Colpa della crisi, certo, in particolare dei prezzi elevati di benzina e biglietti dei mezzi pubblici che – come se non bastasse – non godono di ottima salute vuoi per i disservizi, vuoi per gli innumerevoli tagli a cui sono stati destinati. L’altra faccia della crisi coincide però anche con i tanti, troppi furti di biciclette che si verificano quotidianamente in ogni quartiere di qualunque città.

Per contrastare questo fenomeno dilagante l’Associazione culturale ME.LA di Torino ha pensato di realizzare una campagna indipendente di comunicazione e promozione con l’obiettivo di sensibilizzare le persone ad un acquisto consapevole delle biciclette, disincentivando al contempo il mercato dei furti. “Io non compro la tua bici” è il nome scelto per la campagna, realizzata in collaborazione con l’Associazione Bike Pride. E proprio nella settimana che precede la quarta edizione torinese del raduno dei ciclisti e della mobilità sostenibile – in programma domenica 26  maggio con partenza alle ore 15.00 dal parco del Valentino – verranno distribuiti dei piccoli pieghevoli sui manubri delle biciclette parcheggiate nelle zone di Torino con la più alta concentrazione di veicoli a due ruote. I depliant posizionati sulle bici in sosta contengono al loro interno una piccola storia narrante (scritta in tono ironico) basata sul concetto di non comprare una bicicletta di dubbia provenienza. Il mercato delle bici rubate è infatti un circolo virtuoso che si arricchisce continuamente; spesso chi subisce un furto acquista a sua volta una bici rubata.

La speranza degli organizzatori consiste nel “far aprire gli occhi” alle persone, cercando di porre fine a quella che nel corso degli anni è purtroppo divenuta una (pessima) usanza. La campagna di comunicazione prevede inoltre un vademecum attraverso il quale evitare di farsi rubare la bicicletta: raccomandazioni su come e dove legarla e il consiglio di non comprare bici che possano incentivare il mercato nero.

L’idea di realizzare una campagna di sensibilizzazione è solamente il primo passo di un progetto più ampio che avrà ulteriori sviluppi in futuro. Nel frattempo è importante diffondere una cultura civica forte in grado di rendere orgogliosi i possessori di biciclette “pulite”, acquistate e custodite con la medesima cura che si riserverebbe a qualsiasi altro veicolo.

Gabriele Rossetti

Mobilità Nuova: pedoni, pedali e pendolari manifestano a Milano

Mobilità Nuova MilanoRiappropriarsi anche solo per un giorno dello spazio urbano solitamente occupato dal traffico veicolare. Nasce da questo intento la manifestazione nazionale indetta dalla Rete per la Mobilità Nuova che sabato 4 maggio invaderà le vie di Milano. “L’Italia cambia strada” è il titolo dell’iniziativa alla quale parteciperanno 150 associazioni (tra cui Libera, Slow Food, Legambiente, Touring Club Italiano, Coldiretti, #salvaiciclisti, Fiab e Uisp) che porteranno nel capoluogo meneghino migliaia di persone.

Gli organizzatori l’hanno già definita la prima critical mass “a piedi” della storia che partendo alle 14.30 da Piazza Duca d’Aosta, davanti alla Stazione Centrale, sfilerà sino in Piazza Duomo. Pedoni, ciclisti, skater e pendolari manifesteranno per promuovere un nuovo modello di spostamento incentrato sulla mobilità sostenibile, valida alternativa alla motorizzazione privata che, contrariamente a quanto avviene nel resto d’Europa, in Italia è ancora alla base dei trasporti. La manifestazione indetta da Mobilità Nuova è stata lanciata in rete nelle scorse settimane e grazie a diverse campagne di comunicazione diffuse sui social network ha riscontrato successo ed interesse verso tematiche importanti che puntano non soltanto ad un riequilibrio della spesa destinata ai trasporti, ma anche alla salvaguardia dell’ambiente e della salute delle persone.

La Rete per la Mobilità Nuova è una realtà che unisce tutte quelle persone che quotidianamente si spostano utilizzando i mezzi di trasporto locali, i treni e le biciclette o che semplicemente si muovono a piedi. Come si legge nel manifesto ufficiale, inoltre, la Mobilità Nuova «ruota attorno a quattro perni fondamentali: l’uso delle gambe, della bicicletta, del trasporto pubblico locale e della rete ferroviaria (con l’utilizzo occasionale dell’auto in condivisione, ovvero nelle modalità car sharing, car pooling, taxi)».

Nello stesso giorno della manifestazione verrà lanciata anche una raccolta firme per una legge di iniziativa popolare che vincoli almeno i tre quarti delle risorse statali e locali disponibili per il settore trasporti a opere pubbliche che favoriscono lo sviluppo del trasporto collettivo e di quello individuale non motorizzato. Attualmente lo Stato impegna il 75% delle risorse pubbliche per soddisfare una domanda di mobilità del 2,8% (la quota di spostamenti quotidiani superiori ai 50 km) mentre destina appena il restante 25% agli interventi per le aree urbane e per il pendolarismo che interessa il 97,2% cento della popolazione. L’obiettivo per poter presentare la legge in Parlamento e sperare così in un cambiamento concreto è rappresentato dal raggiungimento di almeno un milione di adesioni.

Gabriele Rossetti

International Journalism Festival, Perugia capitale dell’informazione

Festival-Internazionale-del-Giornalismo-2013Cinque giorni di eventi, keynote speech, incontri-dibattito, tavole rotonde, interviste, presentazioni di libri, workshop, proiezioni di documentari, concorsi, premiazioni e mostre. Dal 24 al 28 aprile a Perugia va in scena la settima edizione dell’International Journalism Festival, manifestazione unica nel panorama internazionale divenuto ormai un appuntamento fisso per gli addetti ai lavori. Il capoluogo umbro si riscopre capitale dell’informazione e si appresta ad ospitare giornalisti ed esperti di comunicazione da tutto il mondo, pronti a raccontare il mutamento della professione ed il suo futuro. La crisi, certo, ma soprattutto la digitalizzazione hanno di fatto contribuito ad estendere i confini di un mestiere sempre più complesso, destinato per forza di cose ad adeguarsi a nuove strategie editoriali. Di questo e molto altro si parlerà nei numerosi eventi (circa 200) aperti a chiunque e completamente gratuiti.

Il programma del Festival è davvero ricco e vedrà la presenza di numerosi volti noti, non soltanto tra i giornalisti italiani. Tra questi sono attesissimi i keynote speech di Mathew Ingram (guru dei nuovi media), Aron Pilhofer (direttore delle Interactive News del New York Times) ed Emily Bell (autrice del saggio “Post industrial journalism: adapting to the present”, una sorta di bibbia per la comunicazione internazionale). Durante la rassegna ci saranno confronti su diversi temi che vanno dal futuro del “giornalismo di carta” al data journalism, dalle nuove forme di storytelling alle bufale e al fact-checking. E ancora gli approfondimenti – immancabili – sulla politica e su due generi che stanno prendendo sempre più piede, ovvero il travel ed il food journalism.

Focus dell’attenzione rivolto anche alle tematiche che riguardano da vicino realtà come quella russa e siriana, quest’ultima raccontata dal giornalista della Rai Amedeo Ricucci che di recente è stato ostaggio proprio nel Paese di Assad. Altra testimonianza importante quella della blogger dissidente cubana Yoani Sanchez, da sempre attiva nel denunciare le violazioni dei diritti nel suo Paese.

Non mancheranno infine incontri e dibattiti incentrati sui social media e sul loro utilizzo in favore dell’informazione giornalistica a cominciare dalla condivisione delle notizie. Per l’occasione è stato creato su twitter l’hastag ufficiale #ijf13 per seguire in tempo reale tutto, ma proprio tutto, sulla manifestazione nata nel 2006 grazie alla passione di Arianna Ciccone e del suo compagno Chris Potter, che dal niente hanno saputo costruire un evento imperdibile e riconosciuto a livello internazionale.

Gabriele Rossetti