Biglietti aerei low cost, uno studio rivela quando conviene acquistarli

AeroportoDieci giorni prima della partenza. Secondo uno studio della Keele University condotto da un docente italiano di economia, sarebbe questo il momento ideale per acquistare un biglietto aereo di una compagnia low cost al miglior prezzo. Dieci giorni prima del decollo, non uno di meno né uno di più. Lo studio del professor Claudio Piga, come riportato da La Stampa, verrà presentato alla Royal Economic Society di Manchester e, di fatto, va a sfatare la leggenda secondo la quale un acquisto effettuato con largo anticipo equivale ad un maggio risparmio. Niente di più falso. L’analisi dettagliata del docente va inoltre a “sbugiardare” un’altra grande credenza popolare: ovvero, la prenotazione di biglietti aerei last minute che, se possibile, è addirittura più sconveniente rispetto all’acquisto anticipato.

La dinamica delle tariffe delle compagnie aeree è abbastanza complessa ed è basata principalmente su un andamento cosiddetto a “U”, simile a quello che determina le quotazioni della Borsa. I primi biglietti vengono venduti a costi elevati ma dopo qualche giorno il prezzo scende e resta stabile nel punto più basso (dieci giorni prima della partenza, appunto), salvo poi aumentare nuovamente a ridosso del decollo. In sostanza i prezzi dei biglietti – governati da un sistema di algoritmi – aumentano in base alla domanda; l’obiettivo delle compagnie è infatti di riempire l’aereo e ogni volta che viene acquistato un singolo tagliando la tariffa dei restanti posti disponibili tende ad aumentare. Il rischio di non riuscire a vendere tutti i biglietti è però concreto e la conseguenza è quella di ridurre (momentaneamente) le tariffe. Altri aspetti da non sottovalutare per trovare l’offerta ideale sono inoltre legati ai giorni delle partenze e agli orari; partire a metà settimana è infatti più vantaggioso rispetto al weekend, così come lo è un decollo previsto alle 7.00 di mattina piuttosto che in tarda mattinata.

Andare a caccia dell’offerta più vantaggiosa online è diventato sempre più complicato e forse non sarebbe nemmeno necessario rimanere incollati sullo stesso sito web per giorni, cercando di monitorare costantemente l’andamento dei prezzi. Per evitare di perdere la pazienza e scoraggiarsi inutilmente, tanto vale affidarsi alle ricerche condotte dagli esperti e, ove possibile, prenotare il biglietto dieci giorni prima del volo. Non uno di meno né uno di più.

Gabriele Rossetti

Moleskine entra in Borsa, l’azienda dei taccuini quotata a Piazza Affari

MoleskineDai taccuini utilizzati dallo scrittore britannico Bruce Chatwin nei suoi lunghi viaggi all’ingresso in Borsa, quella finanziaria di Milano. Questi in breve sintesi gli estremi della storia di Moleskine che al suo interno racchiude invece molto di più, ovvero la nascita di un mito diffusosi a cavallo tra il XX ed il XXI secolo.

L’azienda viene fondata nel 1997 dall’idea di un piccolo editore milanese,  Modo&Modo, che ne crea il marchio mai registrato prima riproducendo il leggendario taccuino nero di tela cerata utilizzato dai più grandi artisti del Novecento: Van Gogh, Picasso, Matisse, Hemingway, Wilde e Chatwin. La nascita di quello che oggi è diventato quasi un oggetto di culto, un must per scrittori, giornalisti, artisti e semplici appassionati del genere, è in parte dovuta proprio a Chatwin che nel 1987 racconta il suo personale rapporto con il taccuino attraverso le pagine del libro Le vie dei canti.

In Francia questi taccuini si chiamano carnets moleskine: moleskine, in questo caso, è la rilegatura di tela cerata nera. Ogni volta che andavo a Parigi, ne compravo una scorta in una papeterie di Rue de l’Ancienne Comédie.

Nel suo libro Chatwin racconta inoltre quanto fosse diventato difficile, negli ultimi tempi, trovare fornitori dei taccuini; l’unico rimasto era un piccolo fornitore di Tours, in Francia, ma il giorno che lo scrittore aveva intenzione di ordinarne un centinaio perché «mi basteranno per tutta la vita», venne a scoprire che il proprietario dell’azienda era morto e gli eredi avevano venduto tutto.

La lettura di queste pagine spinge l’azienda milanese a registrare il marchio Moleskine dando il via ad una storia tutta italiana che nel 2006 intreccia il proprio destino con la Francia, nazione che in un certo senso deve i natali al famoso taccuino; non riuscendo a soddisfare l’elevata domanda, l’azienda viene infatti acquisita dalla Société Générale Capital, un fondo di investimenti francese che contribuisce ad espandere gli orizzonti del mercato oltre i confini italiani, arrivando a distribuire i prodotti in quasi novanta Paesi. Il resto è storia recente con il debutto in Borsa del 50,17% del capitale previsto per il 3 aprile prossimo. Moleskine sarà la prima new entry dell’anno a Piazza Affari e le sue azioni saranno vendute a un prezzo compreso tra 2 e 2,65 euro. Nel 2012 l’azienda ha fatturato 78 milioni di euro con un utile di 18 milioni e dopo lo sbarco in Borsa la valorizzazione complessiva del gruppo potrebbe arrivare fino a 530 milioni.

Gabriele Rossetti