“Al Cortile”: la prima biblioteca condominiale di Roma, nel quartiere Trastevere

bibliotecaLuoghi di raccolta, di studio, ma anche di incontro e socializzazione. Queste e molte altre le funzioni delle biblioteche, spazi dall’immenso fascino che spesso si rivelano vere e proprie ancore di salvezza alle quali aggrapparsi per staccare dalla frenesia dell’ambiente esterno. Negli ultimi anni la (drastica) situazione dei beni culturali in Italia non ha tralasciato nemmeno questo settore; tante le biblioteche costrette a chiudere per mancanza di fondi e personale, troppe quelle abbandonate a se stesse per gli identici motivi.

In questo mare di desolazione c’è però un’isola felice. Un luogo in cui «l’individualismo non è gradito», nato dalla passione e dalla volontà di semplici cittadini che hanno deciso di farsela in casa una biblioteca. O meglio, all’interno del condominio in cui vivono. Succede a Roma nel rione Trastevere, dove da qualche mese è stata inaugurata “Al Cortile“, la prima biblioteca condominiale della Capitale, ricavata all’interno della sala riunioni di uno stabile in via Giovanni da Castel Bolognese 30. L’idea di dare vita ad uno spazio comune da condividere con gli altri è venuta ad un paio di residenti che poco prima della scorsa estate hanno affisso un messaggio sulla bacheca del palazzo: «Cari condomini, stiamo pensando di creare una biblioteca condominale nella sala riunioni, cerchiamo libri e scaffalature in regalo. Chi ci aiuta?».

L’idea tanto semplice quanto geniale ha trovato l’apprezzamento degli altri condomini che nel giro di poco tempo hanno contribuito in ogni modo a dare forma al progetto che prevede anche l’organizzazione di eventi culturali. Una volta (ri)sistemata la sala nel seminterrato si è passati alla catalogazione dei libri, suddivisi per materie e categorie: storia, geografia, letteratura, poesia, filosofia, psicologia, ma anche una sezione dedicata a bambini e ragazzi.

Inaugurata a giugno, la biblioteca “Al Cortile” funziona come ogni altra biblioteca pubblica (con tanto di regolamento ferreo circa la consultazione ed il prestito dei libri) e sta pian piano prendendo piede in tutto il quartiere facendosi conoscere attraverso manifesti, volantini e al sempre efficace passaparola.

Gabriele Rossetti

 

I pannolini diventano hi-tech: un codice QR avvisa quando cambiarli

pannolini_techL’innovazione tecnologica non conosce limiti e trova sviluppo nei terreni più impensabili. Quello dei pannolini per neonati, ad esempio, che in un futuro non troppo lontano diverranno hi-tech. Dagli Stati Uniti arriva infatti un’invenzione che potrebbe dare una mano a genitori, nonni e baby sitter i quali, grazie all’utilizzo di uno smartphone, avranno la possibilità di sapere quando è il momento di cambiare le mutandine al bebè, tenendo addirittura sotto controllo la sua salute.

Per quanto bizzarra possa sembrare l’idea nasce dalla Pixie Scientific, azienda americana che ha realizzato un prodotto al cui interno è integrato un sensore in grado di fornire informazioni sullo stato del pannolino. Gli Smart Diapers – così sono stati chiamati – si presentano come i più comuni pannolini, eccezion fatta per la presenza di un codice QR che cambia colore a contatto con l’urina. Ai genitori basterà passare il codice sotto lo smartphone per avere accesso ad una applicazione e controllare così eventuali rischi di infezione urinaria, di disidratazione o anche problemi renali del bambino.

Il prodotto di ultima generazione è già stato brevettato dalla Pixie Scientific che ha comunque in programma la realizzazione, in collaborazione con l’Università della California, di ulteriori test approfonditi al fine di ottenere risultati sempre più attendibili. Il passo successivo dell’azienda sarà chiedere l’autorizzazione alla Food and Drug Administration (FDA) per la commercializzazione di quelli che si apprestano ad essere i pannolini del futuro.

Gabriele Rossetti

La Lavagna Solidale, un progetto in favore dei bambini più bisognosi

lavagna solidaleL’iniziativa giunge direttamente dalla Spagna ed ha come unico scopo quello di aiutare i bambini più bisognosi. La Lavagna Solidale è appunto il nome del progetto, ideato da un gruppo di giovani imprenditori che vogliono puntare ad avere una propria fonte di guadagno che sia, al tempo stesso, solidale. Tale progetto consiste nella produzione e distribuzione di lavagne modulari adattabili 3.0, realizzabili in diverse gamme di colori abbinabili tra loro che possono avere differenti modalità d’uso (appese al muro oppure utilizzate comodamente su una superficie piana). Per ogni lavagna venduta un’altra verrà donata a bambini di qualsiasi parte del Mondo, che hanno a fatica il necessario per vivere.

L’iniziativa di solidarietà è promossa da LRPlana, nickname dell’artigiano e designer spagnolo Luis Rodriguez Plana, il quale crea con stile ed originalità pezzi esclusivi ed unici di bigiotteria interamente realizzati a mano. Chiunque può aderire a questo progetto e collegandosi alla pagina relativa all’iniziativa è possibile partecipare, offrendo le proprie conoscenze nel campo del disegno, della fabbricazione, della vendita, del marketing e della distribuzione, con l’unico obiettivo di dare una mano e un’opportunità di gioco a chi veramente ne ha bisogno.

Gabriele Rossetti

“The Neighbors”, gli scatti rubati di Arne Svenson ai vicini di casa. Polemiche su violazione privacy

Arne Svenson - The NeighborsSpesso quando si parla di fotografia la linea tra lecito e illecito è molto sottile. Viviamo in un’epoca in cui tutto viene documentato ad una velocità impressionante e capita sovente di avere la sensazione di trovarsi all’interno di un Truman Show. Devono essersi sentiti così i vicini di casa di Arne Svenson che dalla finestra del suo appartamento sito in Watt Strett a Manhattan, New York, ha immortalato alcuni attimi della loro vita quotidiana. L’obiettivo della macchina fotografica dell’artista ha varcato silenziosamente la soglia delle loro finestre al fine di creare scatti rubati utilizzati per comporre una mostra, intitolata appunto “The Neighbors“: i vicini.

Un ragazzo che riposa sul divano, una donna chinata mentre pulisce il pavimento, un cane intento a guardare fuori dalla “sua” abitazione. Svenson ha studiato per giorni le abitudini del vicinato e solo in un secondo momento ha selezionato le migliori fotografie, attualmente in esposizione presso la Julie Saul Gallery nel quartiere di Chelsea dove vengono vendute a 7.500 dollari l’una. In poco tempo la mostra ha però sollevato un polverone polemico proprio nel momento in cui gli ignari (fino a quel momento) vicini ne sono venuti a conoscenza.

A scatenare la rabbia dei soggetti immortalati nelle fotografie la presunta violazione della privacy, in particolare quella dei bambini ritratti da Svenson. Presunta, sì, perché dal punto di vista penale l’artista non rischia nulla in quanto i visi (non soltanto dei bambini) non vengono in alcun modo mostrati. Un’accortezza che fortifica il lavoro di Svenson il quale ha dichiarato di non voler chiudere anzitempo la mostra. «Per i miei soggetti non c’è privacy – ha commentato il fotografo -: io sono come gli osservatori di uccelli, che aspettano ore per poter cogliere un segno di vita. Queste persone recitano sul palcoscenico che hanno scelto, lasciando aperte le tende».

Un pensiero del tutto opinabile che però lo rende immune da qualsiasi azione legale nei suoi confronti. Qualora lo vorranno le vittime degli scatti rubati dall’artista potranno avviare una causa civile ma sin da ora farebbero bene quantomeno a tirare le tende, per preservare quel minimo di diritto alla privacy che ancora gli è rimasto.

Gabriele Rossetti

Salone Internazionale del Libro di Torino, dove osano le idee

salone del libroUn aeroplanino di carta – costruito con la pagina di un libro – pronto a prendere il volo tra stelle e pianeti, anch’essi fatti di carta. Si presenta così la ventiseiesima edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, un appuntamento ormai fisso che si rinnova di anno in anno nel mese di maggio. Ospitato come sempre nello spazio espositivo del Lingotto, nel corso degli anni il Salone è divenuto un prestigioso festival culturale, riconosciuto e apprezzato in tutto il mondo; un punto di riferimento per gli operatori professionali del libro, nonché uno spazio dedicato ai lettori di ogni età e provenienza.

Il tema della 26esima edizione, in programma dal 16 al 20 maggio, è caratterizzato dalla creatività e dalla potenza delle idee. “Dove osano le idee” è infatti lo slogan scelto per promuovere la campagna pubblicitaria della rassegna libraria, per dimostrare che proprio grazie alle buone intenzioni (spesso frutto di progetti fantasiosi, ma talvolta efficaci) si possono raggiungere ottimi risultati. Soprattutto in un periodo di recessione nel quale le idee, la creatività e l’innovazione possono contribuire, in un certo qual modo, a superare le difficoltà economiche.

Dai 100.000 visitatori e 553 espositori della prima edizione tenutasi nel 1988, il Salone è cresciuto fino alle oltre 300.000 presenze di pubblico e più di 1.200 espositori attuali. Una grande libreria suddivisa in padiglioni all’interno dei quali è possibile imbattersi in grandi e piccoli editori, indistintamente dalla loro rilevanza sul mercato. Per cinque giorni il Lingotto torna ad essere palcoscenico di oltre mille presentazioni editoriali, convegni, appuntamenti, dibattiti, spettacoli e più di 2.000 relatori e ospiti – tra cui scrittori, giornalisti, storici, filosofi, premi Nobel, politici e personalità del mondo dello spettacolo. Numeri che aiutano a comprendere il ruolo fondamentale della manifestazione, non soltanto per la città di Torino che ospiterà anche il Salone Off: eventi, incontri con gli autori, reading, cacce al tesoro letterarie nelle strade, piazze, scuole, fabbriche dismesse e nei parchi.

Meta di visitatori da ogni parte del mondo, il Salone del Libro è anche un’occasione per infondere la cultura e l’importanza della lettura nei più giovani. Ogni anno migliaia di bambini e studenti delle scuole transitano dal Lingotto e anche la 26esima edizione dedica loro il Bookstock Village, un’area piena di iniziative, incontri, librerie, giochi e laboratori per formare i lettori di domani.

Gabriele Rossetti